Acustic

Il principio fondamentale di uno strumento acustico a corde, di qualunque tipo esso sia, si basa sulla vibrazione delle corde stesse e sulla successiva emissione di onde sonore. La semplice vibrazione, pur producendo suddette onde, non è sufficiente affinché queste ultime possano essere udite perfettamente dal nostro orecchio. Un esempio può essere la chitarra elettrica non amplificata: se si colpisce con un plettro o con le dita una corda facendola vibrare, si può costatare come il volume della nota suonata sia relativamente basso e quindi poco udibile. Per porre rimedio a questa situazione, si deve ricorrere ad un amplificazione del suono che rappresenta la fondamentale differenza fondamentale tra chitarra elettrica e chitarra acustica. Infatti mentre nel primo caso per l’amplificazione si utilizzano dei componenti elettronici nel secondo caso si utilizza un corpo vuoto. Questo corpo vuoto, presente in tutte le chitarre acustiche, è definito cassa armonica.

Chitarra folkChitarra classicaQuindi, la cassa armonica principalmente ha il compito di amplificare il suono emesso dalla vibrazione delle corde. Secondariamente essa introduce delle armoniche, dovute alla vibrazione delle parti in legno di cui e costituita, che incidono sul timbro dello strumento stesso. Il pregio dei materiali e la qualità costruttiva influenzano, e non di poco, la “voce” dello strumento, indirizzando la scelta degli appassionati verso certi marchi piuttosto che altri. Il termine chitarra acustica però è un po’ generico poiché possiamo suddividere questo genere di strumento in due categorie: la chitarra classica e la chitarra folk. Entrambi i tipi di chitarra sono acustiche, amplificano il loro suono in maniera naturale e del tutto autonoma,ma spesso si tende ad identificare la chitarra acustica con quella folk, considerando erroneamente la chitarra classica una categoria a se stante. Naturalmente esistono delle differenze tra i due tipi di chitarre, analizziamole insieme.

Il primo aspetto, e anche il più evidente, che differenzia chitarra classica (figura 1) da chitarra folk (figura 2) è sicuramente il suono. Con la chitarra classica si utilizzano solitamente corde di naylon, le quali contribuiscono a dare allo strumento un suono più morbido e dolce, mentre nella folk le corde sono più rigide e di materiale metallico, con una caratteristica sonora quindi più squillante. Altro aspetto che differenzia i due strumenti è la grandezza del corpo, che nella classica è di dimensioni ridotte. Anche la tastiera è differente, nella classica più larga, e si attacca al corpo al 12° tasto (nella folk più affusolata si attacca al 14°). Sono diversi anche i sistemi di ancoraggio delle corde al ponte e sulla paletta.

Diverse versioni della chitarra acustica

La ricerca di sempre nuove sonorità e prestazioni ha fatto nascere numerose le varianti dello strumento acustico. Uno dei punti su cui la ricerca investe molto è l’amplificazione della chitarra acustica. Infatti se in sala di registrazione con una buona disposizione dei microfoni si ottengono dei risultati apprezzabili senza avere particolari problemi, non si può dire lo stesso del suono “Live”. Gestire il suono della chitarra sul palco non è cosa semplice poiché ci sono una serie di problemi con cui si deve fare i conti, quali il rientro degli altri strumenti attraverso lo stesso microfono, oppure l’innesco (feedback) del microfono stesso. Già dagli anni ’70 la ricerca ha sviluppato dei trasduttori dedicati allo scopo di attenuare questi tipi di problemi.

Oggi, quasi tutte le aziende costruttrici di chitarre acustiche, sia folk che classiche, hanno in catalogo modelli dotati di trasduttore piezoelettrico.

Solitamente posizionato sotto l’osso del ponte dove c’è il punto di massima vibrazione della tavola, il trasduttore, è collegato mediante un cavetto ad una presa jack avvitata sulla cassa, la quale mediante un cavo potrà essere collegata al sistema di amplificazione.

Quest’argomento ed altri correlati saranno approfonditi nelle pagine dedicate all’amplificazione della chitarra acustica. Tra le tante varianti di chitarra acustica che si possono ottenere, ve ne sono alcune che spiccano sia per l’innovazione dei materiali che la ricercatezza delle forme. Alcune di queste, a dei modelli molto originali, hanno anche associato un suono molto particolare.

Le chitarre Ovation, da un punto di vista tecnico, sono sicuramente state rivoluzionarie. Infatti chi le progettò, Charles Kaman, pensò di potere applicare alla chitarra acustica alcuni dei principi di acustica avanzata già sperimentati nella costruzione di velivoli di tipo civile (Ovation, infatti, era il nome della divisione dell’organizzazione aereospaziale Kaman).

La differenza tra una chitarra Ovation e una normale è senza dubbio il corpo: alla tavola superiore viene abbinato un fondo e una fascia laterale a forma di coppa arrotondata composta di materiale in fiberglass (detto Lyrachord). Questa particolare tecnologia costruttiva fa sì che l’interno della cassa sia privo di rinforzi (che possono introdurre distorsioni) rendendo così il suono prodotto più omogeneo. La struttura delle raggiere sotto la tavola varia da modello a modello, caratterizzando le varie versioni di chitarre, e fornendo loro un timbro specifico, da adattare in base alle proprie esigenze musicali.

Dal punto di vista dell’amplificazione le Ovation godono di una buona fama, anche se in questo caso molto dipende dalla complessità del loro circuito interno di amplificazione. Comunque l’originalità e l’unicità del suono, resta intatta risentendo poco di quest’ultimo aspetto. Di recente il marchio Godin ha ulteriormente affinato la concezione di chitarra acustica. Le loro chitarre infatti uniscono la sonorità e timbrica di uno strumento acustico a una forma ed una suonabilità estremamente simili ad uno strumento elettrico. Anche le Godin si mostrano come una tavola di legno unita ad un corpo in fibra, ma dal punto di vista sonoro sono concettualmente diverse (rispetto alle chitarre acustiche), infatti le esse sono nate per essere amplificate. Il loro punto di forza si basa proprio sulle sonorità che sono in grado di offrire sia mediante un preamplificatore interno, sia per merito della loro particolare struttura interna, che monta una particolare cordiera armonica in legno, a cui viene attribuita la qualità acustica del suono nello strumento.

La preamplificazione è diventata a tutti gli effetti un sistema ormai comune a molti modelli di chitarra acustica. Infatti, il limite (oppure il pregio) di un trasduttore piezoelettrico, anche di ottima qualità, è che il segnale rilevato delle vibrazioni armoniche delle corde viene trasmesso senza alcuna manipolazione all’amplificazione audio. Il preamplificatore invece opera un controllo attivo sia sulla frequenza del segnale, che sul volume che questo avrà in uscita condizionando in questo modo tutto l’apparato di amplificazione audio. Vari sono i modelli adottati dalle case produttrici, tra cui possiamo ricordare la serie elettroacustica delle chitarre Takamine, Taylor, Yamaha e Ibanez.

Tecniche di costruzione

Il metodo di costruzione di uno strumento acustico, anche se alcune volte determina una linea originale di chitarre, varia poco da modello a modello. Esistono delle procedure per così dire standard che ci permettono di caratterizzare il processo costruttivo della maggior parte delle chitarre acustiche. Passiamo in rassegna quelle più importanti. Per cominciare, possiamo considerare la forma dello strumento: questo solitamente ha la caratteristica forma a otto, con due convessità (una superiore e l’altra inferiore) ed una concavità centrale. La differenza tra le dimensioni di queste tre parti determina il timbro dello strumento. Infatti, mentre le spalle più strette tendono ad enfatizzare le frequenze alte, le convessità inferiori più ampie enfatizzano quelle basse. Un altro aspetto importante che rende diverso un modello da un altro, è la dimensione dello strumento,spesso coincidente con la grandezza del corpo nelle chitarre folk. Infatti spesso si cerca di classificare la dimensione di questo corpo con appellativi specifici: dallo Standard (simile per forma e anche per dimensioni ad una chitarra classica), si arriva alla Jumbo o anche alla Dreadnought (i modelli con le dimensioni maggiori – vedi Martin).Le chitarre di dimensioni ridotte, come la 3/4 o la 2/4, sono solitamente dedicate ai bambini.

I legni

La resa sonora di una chitarra dipende fortemente dal legno usato per la sua costruzione. Indipendentemente dal tipo di legno, quest’ultimo deve essere perfettamente stagionato (anche per anni) oppure essiccato a forno, per garantire allo strumento una vita abbastanza lunga (se trattato con cura e attenzione).

L’essiccatura e la stagionatura sono quindi fondamentali per la riuscita dello strumento stesso. Infatti una chitarra costruita con il legno di un albero appena tagliato, senza essere stata prima essiccata o stagionata, quasi sicuramente porterà alla nascita di uno strumento dalle caratteristiche pessime, sia in termini di qualità sonora che costruttive. Lo stesso discorso può essere ripetuto per la qualità del legno che, anche se stagionato, influenzerebbe in pessima maniera le caratteristiche dello strumento in via di realizzazione.

La scelta del legno come materiale apparentemente potrebbe sembrare anacronistica e complicata, in realtà non è così. Oltre ad essere esteticamente gradevole (che, diciamolo francamente, anche l’occhio vuole la sua parte), il legno è stato sempre uno dei migliori materiali al mondo in grado di fornire sia timbro che suono a uno strumento musicale. Poiché le proprietà intrinseche dei vari tipi di legno determinano direttamente le sue caratteristiche sonore, nel momento della costruzione di uno strumento bisogna tener conto delle qualità timbriche di ogni tavola di legno: ad esempio la resistenza e la forza alle tensioni date dalle corde, ma anche la tenuta alle svariate fasi che comportano la verniciatura. Messe a fuoco le qualità e le caratteristiche che il legno deve avere è opportuno introdurre il procedimento per trasformare alcune parti di legno in quella che poi sarà una chitarra. Una volta ricavate dall’albero delle tavole di legno, esse sono stoccate in ambienti dedicati e con una buona areazione, in modo da far perdere al legno quasi tutta l’umidità, avviando così il processo di stagionatura. La stabilità del legno avviene dopo numerosi processi di variazioni di temperatura e umidità, processi che durano varie stagioni (da qui il termine stagionato).

Questo sistema di essiccazione, che per il legame più pregiato può durare anche parecchi anni, ha dei costi molti elevati che si ripercuotono spesso sul prodotto. Per ovviare a questi problemi si è diffuso il metodo l’essiccazione a forno che riduce sia i tempi che i costi. In questo caso il legno viene posto in una fornace a fuoco lento, sempre per eliminarne l’umidità. Ma a differenza della stagionatura, per così dire, “tradizionale”, il processo è molto più veloce (soltanto poche settimane) abbattendo così i costi sia in termini di stoccaggio che di tempo. Attualmente la maggior parte delle chitarre sono composte in legno essiccato a forno, anche se alcuni liutai preferiscono sempre lasciare stagionare ulteriormente il legno per un periodo di tempo che può variare a seconda dei casi.


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